l vescovo Guillaume Durand  (Guglielmo Durante 1237-1296), nel suo scritto Il Razionale del XIII secolo, scrive: “Dodici croci dipinte sulle mura vengono unte, perché le croci sono insegne di Cristo e segni del suo trionfo. Le croci quindi vengono dipinte a ragione affinché rendano manifesto che questo luogo è stato sottomesso al dominio di Cristo”. Il fatto che siano dodici ricorda gli apostoli, testimoni di Cristo e quindi le vere e originarie colonne del tempio. A volte sono solo quattro, poste nei quattro punti cardinali. Quando si entra in chiesa, ci si trova quindi dentro uno spazio delimitato da quelle piccole croci. Ricordano che quello spazio racchiuso è stato unto dal crisma, attestano che lì è avvenuto un conferimento di perfezione. Che è come dire che quello spazio è dedicato ad accogliere ciò che è incontenibile.

Le croci di consacrazione presentano una ricchezza di significati che partono dall’Antico Testamento e giungono fino alla passione, alla morte e alla risurrezione di Cristo. E segnano uno spazio chiamato a testimoniare, oggi, una sovrabbondanza dove l’intero eccede sempre la somma delle parti.

Per la cappella Santa Maria della Fiducia si è cercato di dare unitarietà al progetto: la grande croce dorata posta sul tetto fa da modello alle 4 croci di consacrazione poste sulle pareti. Cambiano le dimensioni ma rimane lo stesso disegno. Ambedue le croci sono dorate per dare ricchezza al segno.